Come agisce
Lo strumento utilizzato è un laser diodico della lunghezza d’onda di 1470 nm (LASEmaR 1500), prodotto in Italia da EUFOTON Medicalaser, approvato FDA – USA (Food and Drug Administration) per il trattamento delle adiposità localizzate. La tecnica è ambulatoriale e nelle mani di un professionista esperto viene sempre eseguita senza incisioni o tagli. È sufficiente l’introduzione sottocutanea di una microfibra ottica del diametro massimo di 0,1 mm (spessore di un filo da cucito).
I PICCOLI FORELLINI SI RICHIUDONO DA SOLI, PUÒ COMPARIRE UN LEGGERO GONFIORE, PROVOCATO DAL RISCALDAMENTO DEI TESSUTI, CHE SCOMPARE NEL GIRO DI UNA O DUE SETTIMANE.
La luce laser, veicolata all’interno del granuloma attraverso una microfibra ottica, agisce a tre livelli:
Innanzitutto riscalda la zona, sciogliendo il filler. Tutti i filler , essendo sensibili al calore, grazie all’effetto termico passano dallo stato solido allo stato liquido. La sostanza sciolta esce dal microforo usato per l’introduzione della fibra ottica.
In secondo luogo, l’aumento della temperatura provocato dal laser necrotizza il tessuto infiammatorio che si origina sempre attorno al granuloma. Si forma così del pus sterile, che fuoriesce anch’esso dai forellini. In alcuni casi (soprattutto quando il granuloma è di grandi dimensioni), a distanza di un mese, si può praticare una nuova piccola incisione per completare l’eliminazione del materiale.
Si ipotizza poi che il laser agisca sul cosiddetto “biofilm”, un fenomeno la cui esistenza non è stata ancora dimostrata, ma è sempre più accettata fra gli esperti del settore. In pratica, secondo molti esperti, quando si forma un granuloma, entrano in azione alcuni batteri che colonizzano la superficie di contatto fra le sostanze iniettate e il tessuto, facendo nascere una reazione infiammatoria protettiva (le molecole infiammatorie distruggono i batteri). In realtà, questa reazione non ha successo: i batteri, infatti, creano una membrana che li avvolge e li protegge. Il risultato è che l’infiammazione non si spegne più e diventa cronica. Questo spiegherebbe perché i farmaci hanno un successo solo temporaneo: passato il loro effetto, la reazione si “riaccende”. la presenza dei batteri spiegherebbe l’altissima percentuale di recidive dopo i trattamenti a base di cortisone ed altri agenti immunosoppressivi.
L’aumento della temperatura causato dal laser, invece, uccide i batteri, curando in modo definitivo l’infiammazione.
I vantaggi.
L’ILT è, di fatto, l’unica tecnica in grado di eliminare in modo efficace e definitivo i granulomi da filler, senza lasciare cicatrici o segni evidenti .Generalmente la patologia viene risolta senza complicazioni in una o due sedute.